Oltre 500 visualizzazioni in due giorni, di cui 250 in diretta: numeri estremamente soddisfacenti per la conferenza di presentazione del SEOL (“Lo sviluppo degli esoscheletri passivi nello svolgimento delle principali operazioni colturali dell’olivicoltura ligure”), il progetto di cooperazione che ha come capofila il CIPAT (Centro Istruzione Professionale e Assistenza Tecnica della Confederazione Italiana Agricoltori) di Imperia e come partner l’Università di Genova, l’Azienda Agricola Valle Ostilia di San Bartolomeo al Mare e la Cooperativa Olivicoltori Sestresi scarl, e che verrà realizzato nei prossimi anni nell’ambito della misura M16.02 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Liguria (“Supporto per progetti pilota e per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”).

Il progetto si propone di trasferire la tecnologia esoscheletrica dalle applicazioni industriali al settore agricolo svolgendo un approfondito studio del settore di contesto, con una riprogettazione appropriata per le specifiche dell’uso agricolo e i corrispondenti adattamenti. Nello specifico il progetto è basato sull’idea di studiare le attuali tecnologie esoscheletriche passive nell’ottica di realizzare un prototipo specifico per le necessità degli operatori olivicoli partendo dal supporto alle attività di abbacchiatura che presentano elevati regimi di affaticamento muscoloscheletrico dovuto alle posture necessarie allo svolgimento del lavoro.

Alla conferenza di presentazione del progetto, realizzata in live streaming http://bit.ly/3rcj5Rh, hanno partecipato, oltre a Stefano Roggerone, olivicoltore e Presidente della CIA di Imperia, Marco Cusinato (Olivicoltori Sestresi), Prof. Giorgio Pietronave (DIME Dipartimento Ingegneria Meccanica Università di Genova), Prof. Marco Testa (DINOGMI Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione Università di Genova), Prof. Francesco Crenna (DIME Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università di Genova), Prof. Matteo Zoppi (DIME Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università di Genova), Riccardo Giordano (CIA CIPAT Imperia). E’ intervenuto anche Alessandro Piana, Assessore all’Agricoltura Regione Liguria.

“Insieme ai partner e in particolare con il DIME Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica, Gestionale e dei Trasporti della Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Genova e il DINOGMI Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili, nonché con il coinvolgimento di attori esterni tra cui il CRF (Centro Ricerche FIAT) che collaborerà in tutte le attività pre-progettuali e progettuali – spiega Stefano Roggerone – vogliamo arrivare alla realizzazione di azioni di sviluppo pre-competitivo, per verificare la traslabilità dei risultati della ricerca industriale in tema di esoscheletri passivi in nuovi prodotti e processi adattati alle esigenze delle aziende olivicole liguri, al fine di ottimizzare le gestualità di lavoro, riducendo il loro impatto sul sistema muscolo-scheletrico e i conseguenti effetti negativi per la salute degli operatori. Tali innovazioni non sono ancora state contestualizzate nelle realtà produttive liguri. Nell’olivicoltura in particolare vengono svolte operazioni particolarmente faticose e usuranti quali concimazione, potatura, raccolta, elevazione e trasporto delle cassette. Inoltre, in particolare nelle operazioni di potatura e raccolta delle olive, le gestualità lavorative vengono svolte in posizioni posturali generali e in condizioni di contesto svantaggiose, obbligate dalle condizioni del terreno con sollecitazioni ripetute e eccessive che sovraccaricano le strutture muscolo-scheletriche e articolari. Il potenziamento del lavoro manuale tramite l’implementazione di strumenti esoscheletrici porterebbe benefici concreti nella esecuzione di alcune operazioni (tempi di raccolta, potatura) tramite la riduzione dell’impegno fisico e della stanchezza. Quest’ultima, insieme alla diminuzione della produttività individuale, determina una diminuzione dell’attenzione con conseguente aumento drammatico del rischio di incidenti traumatici acuti sul lavoro che spesso esitano in condizioni di gravi disabilità permanenti (paraplegie, tetraplegie). Inoltre una corretta distribuzione dei carichi di lavoro articolare e muscolare potrebbe ridurre significativamente l’insorgenza di patologie da sollecitazioni microtraumatiche ripetute a carico della colonna vertebrale e degli arti superiori che sono un problema diffusissimo nel settore agricolo e forestale”.

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